Copertina: Roberto De Angelis
Soggetto e sceneggiatura: Stefano Vietti
Disegni: Fabio Jacomelli
Attenzione, il presente articolo contiene dettagli sulla trama chi non avesse letto l’albo e non vuole conoscere particolari che possano rovinargli la lettura non continui oltre.
Il numero 14 di Agenzia Alfa, periodico bonelliano dedicato agli altri agenti Alfa, colleghi di Nathan Never, fa un grosso balzo in avanti nel futuro dell’universo Neveriano. Già sotto questo aspetto però le cose si complicano perché non esiste un solo universo narrativo riguardante Nathan Never, esiste un vero e proprio multiverso, quindi al momento non sappiamo se stiamo nell’universo della serie regolare o in uno di quelli esplorati nei Giganti o, magari se ne è stato creato uno nuovo di pacca.
Dalla copertina, che mostra i nuovi personaggi, si capisce che ci troviamo in una serie nella serie, c’è un’aggiunta al nome della testata: “Generazione futuro” e un titolo vero e proprio: “I nuovi eroi”, all’interno ci viene presentata la nuova formazione e nelle prime pagine apprendiamo come questo nuovo futuro si riallacci alla linea temporale conosciuta. Apprendiamo che tutto quanto sapevamo del futuro di Nathan Never si è avverato e che la serie si spinge nel futuro remoto dell’agenzia. Nuova la città e gli equilibri politici in mano ad un Aristotele Skotos del futuro, si hanno le prime avvisaglie della sottotrama quando i personaggi ci portano tra le rovine della vecchia città, ora dichiarata zona proibita dall’Ordine dell’Equilibrio. Cosa ha portato l’agenzia Alfa a diventare ciò che è diventata? Domanda che trova risposta nel procedere della narrazione che, però porta nuovi interrogativi destinati a trovare risposta nei volumi successivi, che si spera usciranno nei prossimi anni; i nuovi agenti hanno i ricordi della formazione classica, perché? Saranno forse cloni, o tutto è una sorta di realtà virtuale in cui sono immersi Nathan e soci, a cui viene fatto credere di essere persone diametralmente opposte dal punto di vista caratteriale, e i ricordi altro non sono che “bug” del sistema, una strizzatina d’occhio a Matrix (in copertina De Angelis ci mette il famoso effetto scrolling) o alle tematiche schizofreniche di un P.K.Dick in cui nessuno è chi dice e crede di essere davvero.
L’accenno a Dick è voluto con questo albo si torna prepotentemente alla fantascienza classica, i temi sono quelli della Fondazione Asimoviana e lo stesso finale richiama Daneel, il più longevo dei robot di Isaac Asimov viene “interpretato” da Link, androide C09 creato sulla falsariga di Data di Star Trek: The Next Generation.
Stefano Vietti ci regala un nuovo spaccato del suo universo neveriano che ha rilanciato le storie dell’agente speciale da un anno a questa parte, l’albo si fa leggere in fretta, assecondando la curiosità del lettore, dando le risposte al momento giusto, ma non anticipa tutto, nell’ultima decina di pagine l’albo perde la sua connotazione da one shot e entra in modalità “seriale” da dove vengano i ricordi degli agenti lo sapremo nel corso delle prossime puntate. A mio avviso la storia ha un’unica pecca: nel raccontare fatti ancora di là da venire nella continuity “regolare”, cose che comunque i fans stanno già aspettando, si lascia sfuggire cosa succederà ad uno degli attuali agenti in un modo eccessivamente gratuito, quando si poteva fare benissimo il nome di un altro agente che ha già subito tale destino. Magari siamo in un universo parallelo, quindi nella serie regolare tale personaggio non ci lascerà, ma nel dubbio direi che la cosa potevano risparmiarcela.
Alla prossima.