Ieri, primo giugno, è stato messo in commercio su iTunes il catalogo EMI senza DRM, finalmente le tracce audio sono accessibili e copiabili quante volte si vuole (non a chi si vuole, occhio). unico requisito per i lettori digitali: leggere l’AAC a 256 Kbs, se si vuole mantenere la qualità dell’originale evitando conversioni.
Beh, appena la newsletter di Apple mi ha avvisato sono andato nello store e ho pagato 6,60 Euro per sbloccare le canzoni già acquistate, tanto era la differenza di costo tra le tracce protette e quelle non protette (trenta centesimi l’una), ho notato in seguito che il prezzo dell’album è aumentato solo di nove centesimi rispetto alla versione protetta che è ancora in commercio per chi, acquistando tracce singole, vuole risparmiare qualcosa.
Non ho ancora provato come suonano le nuove tracce, soprattutto ho cancellato le vecchie tracce quando iTunes mi ha chisto se le volessi eliminare o copiare in una cartella a parte. Peccato per il test sfumato, ma: estinguiamo il DRM dai nostri dischi! 🙂
Che dire se “speriamo che la cosa si estenda ad altre case discografiche”, “speriamo che iTunes Plus sia la parte dello Store più redditizia” e “speriamo che il catalogo dei Beatles arrivi presto”. Gli album degli Scarafaggi costituiscono la sola eccezione del catalogo EMI, mentre per esempio sto ascoltando “Live and Let Die” di McCartney scaricato senza lucchetti.
E la benda del pirata è rimasta nel primo cassetto del comodino. 🙂
Edit 03/06/2007
Discutendo ieri sera col “disinformatico” Paolo Attivissimo ho notato una “furbata” di Apple: Negli AAC protetti, impossibili da cedere a terzi a meno di non autorizzare dispositivi che non si possiedono, vengono inclusi i dati che identificano il possessore della singola traccia audio su iTunes, nei file non protetti tale identificazione è superflua, tuttavia essa è mantenuta. Perché?
I dati in questione sono nome, cognome e indirizzo email, che identificano univocamente l’account su iTunes Store, ma sono anche dati sensibili, che Apple dal canto suo non divulga a “terzi” ma al legittimo proprietario; perchè vengano diffusi questi dati è necessaria o la volontà del proprietario del file (sarebbe più corretto parlare di legittimo utilizzatore) di cedere la propria musica o un furto di uno dei dispositivo su cui le tracce sono archiviate. Apple fa capire ai suoi clienti che ancora non l’avessero capito dalla licenza di uso del materiale scaricato da iTunes che le tracce sono per uso personale e non cedibili a terzi.