Apple ti becca con il firmware dell’iPhone taroccato per usare altre sim? ti nega la garanzia. Questa è la notiziona del periodo su vari portali tecnologici. Giù polemiche e mugugni da parte dei probabili futuri utenti del cellulare della Mela. Io mi chiedo: c’è sta qualche altra azienda che si fosse mai comportata in maniera diversa? se la PSP la patchi per usare gli homebrew, Sony te la ripara in garanzia? Non credo. Allora perchè ‘sto cancan per il comportamento “scorretto” di Apple.
Io sono dell’idea che l’iPhone sia un telefono interessante, non ancora maturo e con qualche pecca per gli standard europei, ma decisamente il telefono che vorrei avere, una volta che venga rilasciato in versione UMTS.
E se restasse EDGE per molto tempo e se uscisse con 3 che io detesto (più che altro perchè prende male ed è già una definizione eufemistica), che faccio? lo prendo lo sblocco per usarlo con TIM che mi elimina il pericolo roaming (e le centinaia di pagine della bolletta relativa), chissenefrega se magari trovano una falla in Safari che sputtana i miei dati personali a tutta la Rete, mica posso mettere la fetecchia di firmware castrante a cui Apple m’incatena, nossignore!
E allora che faccio? Semplice, l’uovo di Colombo: prendo un telefono privo di catene o con un paletto più comodo, che cavolo me ne faccio di una cosa che non posso usare come mi pare, o meglio posso usarlo come meglio credo ma devo aspettare che qualcuno di fidato mi rilasci un firmware che scavalchi i lucchetti imposti. E se chi rilascia i lucchetti mi riempisse il telefono di programmi spia? E le funzionalità estese come iTunes Wi-Fi funzioneranno? Sicure? Mah.
Poi si sa quelle di Apple sono lagnanze ma la cosa che interessa è che l’iPhone venda, blocco o non blocco. Ergo se l’iPhone vi piace senza blocchi non comprate iPhone, vedrete che Apple comincerà ad ascoltarvi. Consolatevi con un bel iPod Touch che non ha problemi di sim. 😉
Intanto io aspetto che arrivi in Italia l’iPhone UMTS, nel frattempo tengo duro col mio fedele Nokia.
Perché alcuni pensano ancora che la Mela non sia una multinazionale intenzionata a far soldi ma un’opera di carità per l’utente informatico e ora tecnologico.