Preso in Deepcon, questo romanzo ha avuto la sfortuna di capitare in un periodo molto incasinato, la prima metà l’ho letta a fatica, sia per la scrittura densa tipica dello stile di Stross sia perché non trovavo una mezz’oretta tranquilla da dedicare ad una lettura (per usare un’espressione tipica del romanzo, c’era un fantasma che richiedeva tutta la mia attenzione). Con una buona settimana di ritardo sulle previsioni di lettura sono arrivato alla fine e finalmente posso condividere le mie impressioni sul romanzo.
Il romanzo riunisce una serie di racconti pubblicati sulla Isaac Asimov’s Science Fiction Magazine dal 2001 al 2004 e segue le vicende di tre esponenti della famiglia Macx lungo tutto il ventunesimo secolo (e oltre) in una galassia in cui l’intelligenza come noi la concepiamo non è più un esclusiva umana, ma tramite una crescente ed esponenzialmente progressiva integrazione con protesi ed estensioni cibernetiche, diventa comune denominatore delle specie senzienti fino al punto che si parla di “Intelligenze” a prescindere dal loro contenitore di carne o computronium: un materiale che è il diretto derivato dalla conversione di intere masse planetarie in materiale atto al supporto delle intelligenze cibernetiche, calcolo puro, misurabile in MIPS (Milioni di Istruzioni al Secondo) per grammo di materia.
(OK ho fatto un leggerissimo SPOILER, ma è ben poca cosa, inoltre se avete capito cosa ho scritto ci sono buone possibilità che il libro l’abbiate letto e compreso, quindi decidete voi se andare oltre o fermarvi qui).
All’approssimarsi della singolarità, nel primo decennio del ventunesimo secolo, Manfred Macx scopre come sovvertire l’economia mondiale, hackerando di fatto il sistema economico con l’aiuto di agganci politici e un gruppo di Aragoste uploadate (primo esempio di IA derivate dalla simulazione di una mappa neurale), nei decenni successivi la figlia Amber e il nipote Sirhan si troveranno a fare i conti con le conseguenze di quelle scelte cercando di sopravvivere in un universo che in un crescendo della capacità computazionale sposta l’evoluzione da Darwin ai MIPS per chilogrammo in cui si esprime la potenza di calcolo del sistema solare terrestre. il futuro è nell’upload delle menti e nei cervelli matrioska: sfere di Dyson concentriche che concentrano il potere computazionale intorno alla stella di riferimento. La famiglia Macx però ha altri programmi e in un viaggio lungo svariate iterazioni portano i rifugiati dell’umanità a vivere a margine dei grandi cervelli matrioska destinati ad autocannibalizzarsi all’apice della loro evoluzione limitata dalla disponibilità di banda solo nei pressi della loro stella (potremmo chiamarla sindrome di Krypton?).
Stross usa il suo solito stile fatto di tecnobabble informatico e citazioni da geek, citazioni da 2001: Odissea nello spazio, Star Trek, Alice nel Paese delle Meraviglie si sprecano nelle oltre quattrocento pagine. Accelerando è un romanzo che ne contiene molti altri e questa sensazione da alta densità ci accompagna per buona parte del libro, diventa più semplice nel finale dove ovviamente deve concludere le vicende dei Macx scoprendo le carte e virando su un finale in toni di grigio e fondamentalmente aperto. C’è già una sorta di seguito (Glasshouse, del 2006) che spero venga pubblicato in italiano nei prossimi mesi. Adesso che abbiamo capito le regole del gioco vogliamo capire che fine fanno i postumani di Accelerando. Beh, fino ad allora c’è la possibilità di leggere altro Stross sia in italiano (due i titoli che usciranno questo aprile) che in originale, magari i racconti rilasciati da lui stesso sotto licenza CC (lo stesso Accelerando è disponibile in questa forma).
Tanto devo rileggerlo, posso aspettare.