Lunedì l’ipod è stato un alleato prezioso nelle oltre cinque ore di autobus che mi riportavano verso casa (una mezz’oretta d’auto dalla fermata dell’autobus); non riuscivo a leggere o a guardare un film perchè le immagini evocate o viste che fossero si accavallavano ai ricordi creando un pasticcio che, unito al rollio del pullman gran turismo, portavano all’abbiocco in men che non si dica (per rendervi conto: il film era Casino Royale, non un polpettone stile Corazzata Potemkin). La musica invece riusciva a convivere con le immagini della convention ancora vivide.
La prima playlist aveva un nome di donna. Ciò che la Deepcon 7 aveva messo in moto la Deepcon 10 ha (quasi) sistemato, ormai l’ho conosciuta abbastanza per vederla per quello che è: mi piace, ha un bel modo di sorridere, ma viviamo in universi diversi, amen. Quest’anno, invece di abbaiarci addosso, abbiamo cominciato con un sorriso reciproco, un buon modo di cominciare quella che si è rivelata l’edizione più faticosa a cui abbia partecipato. Il mio cervello non è abituato a dover capire gente che parla inglese per tutta la giornata e soprattutto doverci comunicare in inglese (con le parole che sfuggivano un attimo prima di doverle pronunciare), non che in italiano sia uno che attacca bottone facilmente e poi ci si è messa l’ora legale che ha
ridotto di un ora il già esiguo tempo dedicato al sonno (una quindicina in cinque notti, più o meno). Benedetto Murphy, il lunedì in stazione parlavo tranquillamente con il marito della Sirtis e Max Grodenchik (Max di sua iniziativa, mi ha dedicato la foto in italiano perfetto 🙂 )!
Marina Sirtis… devono averle sequestrato vent’anni in dogana. Ha detto più o meno le stesse cose che ho letto nei resoconti delle altre convention cui ha partecipato, ma anche le domande erano le stesse. Se si aggiunge che molti sostengono che alle convention italiane gira che ti rigira siamo sempre gli stessi, mi chiedo come mai accada di fare sempre le solite due domande sbagliate, boh! Bel caratterino comunque. La f
oto fatta insieme è venuta male causa poca dimestichezza con le reflex di chi l’ha scattata (la sua pagina di Flickr era un’ottima referenza) 🙂
Anthony Simcoe è stato l’unico ritorno, dal mio punto di vista (gli altri non li avevo mai visti); matto come al solito, peccato sia partito prima degli altri non tanto per l’autografo sulla foto che avevo già.
Max Grodenchik. Rom glie l’hanno
cucito addosso non c’è altro da aggiungere. Simpaticissimo, mi è spiaciuto mancare il secondo intervento per un incomprensione sull’orario della conferenza di Paolo Attivissimo.
Le mangiate in Deepcon sono ormai mitiche, non le si capisce se non si partecipa ad una eatcon che da nomignolo della Deepcon stessa è diventata una parentesi enogastronomica il giovedì sera, che si protrae in sordina fino alla cena della domenica (dobbiamo sacrificarci, mic
a possiamo lasciare in giro qualcosa 🙂 )
Scrittori. Ne ho mancati la maggior parte per i turni in sicurezza, le conferenze erano comunque tutte in inglese per cui bisognava stare bene attenti o si perdeva molto di quello che veniva detto, ho seguito Ian Watson (matto) e Bruce Sterling che ne ha dette di cotte e di crude sul modo di essere di noi italiani (era ironico, comunque, visto che abita a Torino).
Per ultimo lascio il “materiale umano” che popola la convention. Quest’anno gente da mezza Europa si è riversata all’
Ambasciatori e molti usi e costumi non del tutto compatibili hanno dovuto essere mediati da staff, capi delegazione e… sicurezza (la fatica di cui parlavo all’inizio). Gli amici ritrovati già dal mercoledì sera sono stati comunque l’ossatura della mia deepcon e il primo motivo per cui ero là; un anno di contatti tramite mailing list (e qualcuno tramite Facebook) fanno si che non ci sia bisogno di rompere il ghiaccio anche se con qualcuno era il primo anno con cui interagivo dal vivo. La parte divertente della Deepcon è tutta merito loro e di quei momenti con gli ospiti (che non
se la tirano) in cui stanno tra noi senza rapportarsi nel solito modo attore-pubblico, ma come ospiti alla pari. Ancora auguri a Marina Sirtis, solo
due candeline sulla torta che ha diviso con tutti i “superstiti” ma tanto il numero sarebbe stato poco credibile 🙂
…E i fuochi saranno riaccesi tra un anno ma adesso per voi…
Una Deepcon in tre minuti e mezzo (better quicktime version)