Gli iossisti hanno un nemico comune: i backup di iTunes. Secondo Apple le cose che non competono all’utente bisogna nasconderle e offuscarle per far sì che gli utenti non ci pasticcino, rovinando la perfezione decisa a Cupertino.
Questo approccio va bene quando le cose sono fatte a regola d’arte e in maniera eticamente corretta, quando pasticciare nel backup è la sola strada per recuperare dati importanti conservati unicamente negli iDispositivi (“dovevo sincronizzare adesso, cazzo!” quante volte lo abbiamo urlato prima del ripristino totale del dispositivo o della cancellazione dell’app ribelle) ecco che i backup offuscati di iTunes diventano la cosa più frustrante dell’universo: ho quanto.mi serve davanti agli occhi ma con tutti i nomi dei file cambiati in stringhe conosciute solo all’iProgrammadelciufolo e con le estensioni sballate trovare quella foto o quella musica è pari alla ricerca del proverbiale ago nel pagliaio.
Ma da oggi c’è… TAH DAH! Juicephone che fa la traduzione di quei file in dati digeribili da chiunque. Ieri sera l’app con cui leggo i fumetti si è piantata con dentro le uniche copie delle uscite del mercoledì, mi è bastato fare il backup su iTunes e ricopiarlo con Juicephone (possibile backuppare i dati anche di una sola app) cancellare l’app in stallo e reinstallarla sull’iPad da iTunes provvedendo poi a riempirla coi cbz recuperati dal backup (in realtà le app spacchettano tutto, quindi bisogna zippare e rinominare le cartelle dopo averle ripulite dai metadati aggiunti da loro stesse, ma è un lavoretto semplice di qualche decina di minuti, a seconda degli archivi).
Vediamo quali sono i rovesci della medaglia. Backup non crittografati o Juicephone non va se avete dei problemi di sicurezza (iPhone aziendale) che vi obbligano ai backup cifrati, fregarvi i vostri dati diventa semplice se lasciate il portatile incustodito, per cui, OCCHIO!
E tutto questo per la tendenza di Apple a giocare a fare gli agenti segreti coi dati che ognuno di noi mette nel telefono e nel tablet