Ho sempre pensato che il cloud fosse una buona alternativa, ma che non dovesse soppiantare la possibilità di mantenere i dati utili e quelli critici in locale, per questo preferivo la soluzione ibrida di Apple iCloud a quella più pura di Google, tralasciando il fatto che entrambe hanno fatto grossi danni. Da un po’, però, anche Apple ha aumentato il quantitativo di dati “solo online” e per chi come me (e i miei corregionali) vive in zone telematicamente degradate la cosa rappresenta un problema.
Fino a un anno fa, se avessi avuto bisogno di un’installazione fresca di OS X non avevo che da usare il supporto fisico e perdere due o tre ore per ripristinare i dati con un “archivia e installa” o ripristino da TimeMachine, oggi bisogna aspettare che il sistema operativo ci giunga dalla Nuvola. Lo sanno a Cupertino che qui abbiamo la siccità sia di acqua che di banda dati? Che se non hai un’ADSL che faccia almeno i 7 Mbit/secondo reali ti ci vuole un’eternità e se succede qualcosa che interrompe l’operazione quando stai nella partizione di ripristino (che non ha una FOTTUTISSIMA immagine dell’OS) ti tocca ricominciare da capo. Immaginate farlo con una chiavetta e un gestore, TIM che è tanto se si avvicina ai 3 Mbit/secondo (la Vodafone da… VAMPIRA qual è, prende 20€ per concederti non più di 5 GB/mese di traffico complessivo, con l’immagine di OS X che supera i 4 GB.
Pensate che sia un discorso teorico? No, grazie alla mia simpatica sfortuna, ne ho avuto esperienza diretta. Due giorni per sistemare una cazzata da quattro ore al massimo in condizioni normali.
Capita di avere un disco che faccia le bizze, con qualche settore che il Filesystem non vede correttamente, di solito si ripara in un’oretta, poi le cose vanno a posto, altre volte bisogna resettare tutto, reinstallare, e ripristinare i dati (quattro ore con Leopard), lo fai ma ti rendi conto che il sistema operativo non è stato reinstallato, ma ricopiato pari pari dal backup (che aveva dei file ovviamente corrotti).
“Vabbe’”, ti dici. “Domani ripiallo tutto e faccio prima un’installazione pulita, poi ripristino solo l’utente. Che ci vuole!” Poi scopri che devi scaricare un’immagine di OS X da internet per poterlo fare e ti ci vuole un sacco di tempo anche perchè la rete TIM dopo un po’ di ore comincia a rimodularti fino quasi a chiudere i rubinetti e la procedura fallisce (per fortuna non era stata azzerata la partizione prima).
Incavolato per il traffico UMTS sprecato e per il buco nell’acqua, col Finder che dà sempre più i numeri, facendomi ripiegare sul client FTP per salvare le foto che avevo solo sul disco da formattare, tento la via del Mac App Store che almeno ti salva i download parziali e sull’unica speranza che ha un utente Apple di installare Mountain Lion da chiavetta (merci beaucoup). Però mi faccio furbo: di solito uso la chiavetta collegata a un router in modo da condividere la connessione con la rete casalinga; purtroppo mi vede solo la vecchia chiavetta da 3.6 MBit di Vodafone, mentre l’altra che ho, da 14.4, non è supportata ed è rimasta a raccogliere polvere sulla mensola, potendo funzionare solo da cruscotto Vodafone attaccata direttamente al Mac (non funziona da partizione di ripristino, per esempio). Decido di usare quella da 14.4 per il download dell’installer in modo di stare sotto le cinque ore, peccato che non avessi fatto i conti con la TIM che non va a più di 2.8 Megabit, perfettamente raggiungibili dalla piccolina collegata al router, ma siamo in ballo… Ovviamente un programma che non usavo da due anni e due OS fa va aggiornato, nel frattempo vengono aggiornati anche altri programmi rinviando il riavvio al termine del Download (non sia mai cancelli il file temporaneo) il Finder e il sistema in generale vanno sempre peggio, la banda viene di nuovo tagliata e stacco la chiavetta che mancavano 900 Megabyte al termine (smadonnamenti vari) mi rendo conto che con Vodafone ho 5 Mbit di banda e 2,5 GB di traffico che scadono l’indomani. CE LA POSSO FARE! Peccato che le porte USB del Mac a un certo punto smettono bellamente di funzionare.
Sudo freddo: guasto hardware o modulo del kernel andato a donnine allegre? Per saperlo dovrei riavviare ma ancora non posso; dopo aver sventrato gli iDevice per recuperare le SIM, usare quella dell’iPad nell’iPhone che non viene più visto dal Mac, ripristinato il router con la chiavetta e la SIM della TIM (che per fortuna era visto dal Mac), scaricata la restante parte dell’installer, cerco di riavviare, ma il Finder è andato, tento un riavvio del Finder che non va in porto (neppure richiamando la finestrella per l’uscita forzata via tastiera), tento la via del terminale testuale ma il mio utente non è utente sudo e non mi riesce di loggarsi con l’utente amministratore, premo brevemente il tasto di avvio del Mac per far apparire la finestra coi pulsanti per riavviare o spegnere ma non funziona, pressione lunga dello stesso, spegnimento hardware e riavvio incrociando tutte le falangi libere. Il computer funziona di nuovo, dopo un paio di false partenze (utility in versione 2rc2) ottengo la chiavetta autopartente. Guadagno il letto e mi aggiorno alla mattina dopo.
L’installazione pulita va bene ma quando tocca al ripristino da Time Machine, a poche ore dal termine, un abbassamento di corrente manda a pallino tutto facendomi ripetere l’operazione da dentro l’ambiente operativo e rinunciando al ripristino dell’utente amministratore (che però è meglio avere nuovo di pacca). Al momento sto ancora aspettando che finisca di ripristinare più di mezzo tera di roba (le foto le avrei dovute togliere, così come la libreria di iTunes 🙂 ).
Considerazioni. Quanto mi è successo deriva dalla precisa scelta di Apple di usare la rete per distribuire i suoi programmi, e mi sta bene; di non includere un’immagine di più di 4 GB suppongo per non togliere spazio a dati più importanti sugli SSD, mi sta meno bene ma comprendo e giustifico, e di non permettere la creazione di una chiavetta autopartente suppongo per rendere le cose difficili a chi vuol farsi un hackintosh, e questo non mi sta affatto bene perché torniamo dritti dritti al discorso sul DRM. Se qualcuno non avesse hackerato l’installer la cosa non sarebbe stata possibile e io dovevo mendicare la connessione ADSL da qualche parte o andare (pagando) in un AppleStore. Lo dico e lo ripeto, fatevi sempre un supporto fisico senza DRM di sorta (anche il product Key di MS può essere messo a posteriori e non legato alla specifica copia di Windows) per i casi di emergenza, solo se questo fallisce (o se avete una connessione decente) dovete rivolgervi alla Rete? Chi vi dice il contrario o è un matto o un bugiardo.
Tutto giusto, solo la parte finale sul DRM e l'”hackeraggio” dell’installer di OS X mi sembra un po’ fuorviante.
Non è presente nessun sistema DRM negli installer di Lion e Mountain Lion e non c’è quindi bisogno di nessun hackeraggio per riuscire a creare un volume con l’installazione completa di OS X (se per “hackerare” intendiamo la forzatura di un sistema ad operare in maniera differente o contraria a come era stato originariamente progettato). Apple non impedisce la “creazione di una chiavetta autopartente” di OS X, semplicemente non fornisce l’applicazione o la funzione per la sua creazione in 1 click. Non credo nemmeno che c’entri rendere la vita difficile a chi vuol farsi un hackintosh, dato che la procedura per crearsi l’installer è veramente semplicissima (vedi sotto). Credo piuttosto che c’entri la volontà di non spararsi sui piedi incoraggiando la creazione di installer completi di OS X che non richiedono la verifica tramite Apple ID (o seriale della macchina) che si abbia veramente acquistato il software. E per 15,99€…
In Rete, fin dall’uscita di Lion, ci sono fior fior di articoli che spiegano in pochi semplici passi come creare un volume con l’installazione completa di OS X (su DVD, partizione di un hard disk, pendrive USB o altro supporto) utilizzando Utility Disco (applicazione parte del sistema operativo, per chi non lo sapesse). Come questo, ad esempio:
http://www.andybi.com/index.php?option=com_content&view=article&id=243:creare-un-dvd-per-installare-mac-os-x-lion&catid=55:apple-mac&Itemid=69
L’autore di Lion DiskMaker ha “semplicemente” creato un’applicazione in AppleScript per automatizzare questo processo.
Prima chiarisco la questione DRM. Apple non li ha mai usati per i pacchetti software, è sempre stato un punto a favore che le ho riconosciuto, non li usa neanche adesso negli installer dell’OS (ma credo ci siano comunque delle chiavi univoche che alla peggio possono determinare se il software sta su un Mac riconducibile a chi ha acquistato quella copia (una sorte di Social DRM latente), quello che stavolta non ha fatto (in Lion sì) è rilasciare una utility per la creazione della chiavetta, ergo è interesse di Apple rendere la cosa più difficile, tanto gli utenti meno esperti potranno in parte usare la rete o andare in un Apple Store, se avranno problemi, la restante parte ha l’amico smanettone con la chiavetta pronta all’uso. Penso sia una manovra anti hackintosh perchè il numero di OS X pirata è davvero risibile, mentre l’hackintosh è espressamente vietato nella EULA. Ecco che intendevo dire, so benissimo che i DRM non ci sono ma l’atteggiamento porta a equiparare i casi.
L’hackeraggio. Se io ti do un applicativo che deve funzionare in un modo e tu ne estrai i dati per bypassarlo (parlo dell’installer), per quanto sia una cosa leggera, sempre di hacking si tratta IMHO.
Ah, dimenticavo, benvenuto sul mio blog! 🙂
Tra l’altro con l’utility che Apple ha rilasciato per Lion per creare la chiavetta si ottiene solamente una partizione di recovery *senza* l’immagine del sistema operativo, che va comunque scaricata da Internet al momento della reinstallazione.
Sull’hackeraggio abbiamo opinioni leggermente diverse, non è un problema, ma pensandoci credo si potrebbe anche evitare di estrarre l’InstallESD.dmg e ottenere lo stesso risultato mantenendo un’installazione completa di OS X su un altro disco (interno o esterno, chiavetta USB o schedina SD) con l’intera applicazione “Installa Mac OS X Lion.app” (o Mountain Lion), senza nessuna modifica di sorta. In caso di problemi al disco (o partizione) principale basterebbe avviare dal secondo sistema, lanciare “Installa Mac OS X Lion.app” e scegliere come target per l’installazione il primo disco, magari dopo una bella inizializzazione con Utility Disco. Così non hackero niente, no?!? ;D
Grazie del benvenuto nel blog, cercherò di non rompere troppo! ‘^_^