Not so Dumb Watch

Il mio vecchio orologio al quarzo ha cominciato a perdere colpi più o meno a ottobre scorso. Tempismo perfetto se si volesse prendere un Apple Watch, pensereste voi. Col cavolo, vi risponderei io.

Apple Watch esattamente come ogni opera prima  di Apple pare che si rivelerà un costoso giocattolino che tra le altre cose ci dirà che ora è. 340 Euro non li trovo esagerati per un buon orologio, sia chiaro, ma magari un buon orologio dovrebbe tenere almeno 15 ore di carica, e mi tengo basso. Gli ho voluto concedere il beneficio del dubbio aspettando che uscisse, ma Apple ha tardato troppo e il nostro appuntamento è rimandato almeno di un lustro; c’è tutto il tempo per fare un buono smart watch, quindi.

Ho dato sfogo a un mio vecchio desiderio: la linea Kinetics di Siko, volevo farla finita con le pile a bottone e ci sono (quasi) riuscito.

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nel mirino uno dei nuovi calibri Kinetic Drive, poi, complice un’offerta su BuyVip ho riiegato su un Kinetic semplicissimo con la sola data come complication (si chiamano complication tutte le funzioni extra degli orologi: cronometri, datari, fasi lunari, secondo fuso orario e così via).

Ce l’ho al polso da pochi giorni e a parte una falsa partenza devo dire di esserne soddisfatto, quadrante chiaro e leggibile, datario che non avevo al polso da una ventina d’anni… tic-tac di ordinanza più tic-tac di ricarica.

Il movimento Kinetic possiamo definirlo un ibrido: movimento automatico e al quarzo con una batteria ricaricabile al posto della molla caricata da un bilanciere inerziale, mi ha fatto storcere il naso dopo la prima notte fermandosi a 5 ore da che l’avevo tolto dal polso, poi ho scoperto che il mio modello non ha la funzione di Energy saving che blocca le lancette pur mantenendo il conteggio del tempo, ma da quando lo si fa ripartire (nel mio caso, per la prima volta) deve stare una decina di ore al polso per accumulare carica a sufficienza e io i primi due giorni lo levavo spesso per tentare la regolazione del cinturino in acciaio, cosa rivelatasi piuttosto ostica.

Leggendo opinioni in giro e stando a quanto riporta il manuale di istruzioni, la batteria tampone ricaricabile dovrebbe durare da 7 a 10 anni, poi andrà sostituita (a caro prezzo), sperando in un colpo di fortuna spero di prendere un Apple Watch di decima generazione, sempre che la batteria e la durata generale siano più che discrete.

Foto in Facebook? No, grazie.

Giorni fa l’ennesima spiegazione, con polemica inclusa, sul perchè non uso Facebook per tenere le foto.

Poiché a giorni potrei dover rifare il discorsetto a più persone ho deciso di fare questo post da riportare per bene anche su Facebook.

Facebook è un social network, serve cioè a interconnettere persone con le quali condividere informazioni (anche i contenuti multimediali lo sono), ma Facebook non è il Web, non potrebbe esserlo per come è strutturato e costruito. E’ già traballante così com’è, figuriamoci se dovessimo mettere tutto là dentro.

Il World Wide Web è ciò che oggi la “massa di persone non informaticamente edotta” identifica con Internet. In realtà è solo una parte di essa, quella che ci interessa al momento ma non la sua totalità, quindi qui farò distinzione parlando di Internet e Web.

Prima di Facebook esistevano altri social Network. Accanto a quelli “generalisti” come poteva essere MySpace (che esiste ancora ma è l’ombra sbiadita di sè stesso), ce n’erano altri più specialistici, dedicati a particolari categorie di utenti. Molti ancora tengono botta e si sono affiancati a Facebook pur non facendo più i numeri di una volta. Ci riescono proprio perchè specializzati in un singolo settore.

Quando nel 2006 passai alla fotografia digitale fu a quello che all’epoca era il migliore portale social per le foto digitali: Flickr. Aveva profili di iscrizione gratuiti per pover’user e a pagamento per power user, dopo un paio di mesi di uso avevo già esaurito la quota di foto  dell’abbonamento gratuito così ho attivato un abbonamento a pagamento che ancora uso.

Perché pagare un servizio disponibile anche gratuitamente su internet (sì, a qualcuno bisogna spiegare pure le cose ovvie, portate pazienza). Perché si è soddisfatti dei servizi offerti, impossibile da erogare se non si pagasse qualcosa.

Flickr, è più tardi i suoi concorrenti cosa offrono a un fotografo digitale? (Amatoriale o professionista che sia).

  1. Spazio illimitato.
  2. Numero di foto illimitato.
  3. Visualizzazione ottimizzata per le immagini.
  4. Possibilità di gestire più risoluzioni delle stesse immagini, comprese la risoluzione originale.
  5. Visualizzazione dei dati di scatto.
  6. Creazione e gestione di librerie di foto pescando anche da altri utenti.
  7. Nessuna necessità di diventare “Amico di…” puoi essere semplicemente interessato ad un particolare fotografo e seguirlo.
  8. Possibilità di gestione delle licenze d’uso.
  9. Visualizzazione delle foto a chiunque sia interessato, senza quote raggiungibili solo a pagamento.
  10. Possibilità di condividere la foto tramite link diretto con altri social o via email (nessun bisogno di fare allegati elefantiaci.)

Perchè non uso Facebook per le foto? La risposta breve e che i punti: 3, 4, 5, 6, 8, 9 e 10 neanche sa coa siano. Al mio profilo di facebook vogli o far accedere persone con le quali ho qualcosa da dire, se per strada ci limitiamo solo ad un cenno del capo e non abbiamo interessi in comune allora possiamo semplicemente visitare l’uno il sito dell’altro senza arrivare all’interazione sociale obbligatoriamente. Su Flickr possiamo essere perfetti estranei e accedere alle foto che posto sul portale, su Facebook no. è più pratico.

Perchè non faccio un duplicato su Facebook delle foto degli eventi? Perchè banalmente non ho larghezza di banda per caricare due volte le stesse foto.

Stare alle regole di privacy e gestione del copyright schizofreniche di Facebook, e non alle reole certe di Flickr? Sono mica scemo!

Pago per stare meglio e per offrire un servizio migliore a chi mi segue e dovrei usare Facebook per offrire un servizio pessimo ma più social a gente che sa “usare” solo facebook ma non il resto del Web? ESTICAZZI! IMPARATE A PARCHEGGIARE SE VOLETE GUIDARE!

NB da marzo 2015 la mia presenza su Flickr sarà limitata per le nuove condizioni di uso e le nuove fasce di abbonamento decise da Yahoo! Tuttavia quanto detto sopra non cambia di una virgola se applicato al nuovo portale a cui sono iscritto: Ipernity

I colori della Luna

A volte non pensiamo alle implicazioni più ovvie e serve qualche matto che te le faccia notare.

22/12/2014 Su Facebook leggo un post di Protesi di Complotto, nota pagina anti complottista che ironizza su alcuni complottari (movimenti e singoli).

 

“Cercate Luna a colori e informatevi” disse il complottaro. Per farmi due risate l’ho fatto e ho scoperto che la Luna non è così pallida come la si vede a occhio nudo o in una foto non filtrata. Nel senso che per mia fortuna Google mi ha messo in testa ai risultati siti di astronomia seri che hanno dato la dritta su come filtrare una foto fatta con un discreto teleobiettivo o, meglio, un telescopio. Io la reflex buona ce l’ho, il discreto teleobiettivo pure e le foto della Luna a varie esposizioni abbondano nel mio archivio. così seguendo le indicazioni: sbiancate e saturate, ho ottenuto lo scatto che potete ammirare qui sotto.Luna a colori-0045La foto l’ho fatta a mano libera con un 70-300 stabilizzato, l’originale RAW 24MPixel a 14 bit di profondità colore non aveva dominanti gialle, per cui ho soltanto portato al massimo la saturazione dei colori. Ecco i rossi e il nero più scuro dei basalti dei Mari Lunari che esce fuori rispetto allo scatto originale
DSC_0046.jpg

Ne farò presto una con macchina stabilizzata su cavalletto per scongiurare anche la minima possibilità di micromosso

Buona camicia a tutti

Succede che si va davvero dove mai nessuno è mai giunto prima e la solita stampa generalista guarda il dito che indica la cometa, anzi peggio si guarda alla camicia di chi indica la cometa, la cometa non esiste più esiste una camicia sessista, le pinup nel 2014 sono diventate un simbolo di sessismo. Vi spiego perchè non la vedo così

Innanzi tutto un oggetto non può essere sessista, ma può essere usato in un contasto che si possa connotare come sessista. Una conferenza stampa dedicata all’evento scientifico dell’anno direi che non rientra in un contesto del genere, si potrebbe solo obbiettare che magari fosse un po’ troppo casual (ma, cazzo, ha appena fatto atterrare un coso grande come un frigorifero su una cometa, chi se ne frega se lo ha fatto in mutande ed “ha risposto al citofono” come si trovava, aveva altro per la testa, capitelo! Soprattutto capite ciò che vi sta dicendo o, evitate di andare a certe conferenze stampa senza averne le competenze).

Viene montata tutta una polemica: la camicia sarebbe sessista. Sulla camicia ci sono pinup, non conoscete chi la indossa e non sapete se ha idee sessiste, l’unica cosa che mi dice quella camicia è che probabilmente è eterosessuale., non ho mai visto simili esternazioni verso Playboy, rivista apertamente maschilista che usa le pinup in modo sessista dichiaratamente (se mostri solo donne nude su una rivista orientata al solo pubblico maschile, e se non ci credete leggete certi articoli e ditemi che non è così).

Questa è la mia posizione, credo che sia logicamente condivisibile, non credo di aver detto chissà quale verità eppure ne ho lette di tutti i colori tutti a dire cosa offende la sensazione (comune?) della discriminazione sessuale. In realtà tutto è relativo, a una cultura, alla propria educazione, al proprio pensiero. la discriminazione la fa chi discrimina attivamente non un oggetto che si richiama a un richiamo sensuale, sì, ma largamente condiviso tra i due sessi (andate su Google immagini e cercate Tom Hiddleston, contate le foto in cui non è nudo). Aggiungo è più sessista quella camicia o un calendario con foto anche sexy di pallavoliste? Non hanno la divisa e non sono riprese in atti agonistici sotto rete o a mezz’aria mentre schiacciano o murano un attacco avversario, si mostrano come donne, ammiccano, ma non mi sogno di definire sessista un calendario, perchè le donne fanno ANCHE questo (magari in privato e per un solo paio di occhi alla volta 🙂 ). ALLORA PERCHè TANTO CASINO PER DELLE PINUP SU UNA CAMICIA?

I Android

images– Scusa, tu che ne capisci, ho il cellulare che non funziona, mi dici perchè?

  • Quale iPhone hai?

  • No, che iPhone, ho questo! – E mi presenta uno smartphone Android.

  • Ma io Android non ce l’ho, almeno mi sai dire che versione hai?

  • Versione? Di latino? AHAHAH!

Io aggrotto le sopracciglia per far capire che non m’ha fatto ridere nemmeno un po’

  • Almeno sai che cosa NON funziona?

… E qui le storie che hanno in comune questo incipit divergono. se l’individuo umanoforme che ho davanti gode delle mie simpative entro in geek mode e comincio a spippolare nelle impostazioni del telefono per cominciare ad orientarmi, altrimenti dichiaro la mia non cosocenza dell’accrocchio e, se marchiato da Samsung, propongo come soluzione la sostituzione con equivalente LG o Motorola.

Io non odio Android, per carità, è Samsung che non ho mai sopportato.

Qualcuno poi cominciava ad allargarsi:- Scusa ma mi fai cercare una cosa sul tuo iPad?

  • L’altro ieri per lo stesso motivo mi hai chiesto la password del Wi-Fi e ti ho accontentato, il cellulare ce l’hai, no?

  • Si ma ha lo schermo piccolo! (era un 4s)

Mo basta certi dispositivi sono personali, mi chiedi in prestito il fazzoletto? No, e ci credo visto che ci ho appena scaricato dentro il contenuto di due seni nasali. Attivare la modalità anonima sul browser? Ti guardano male perchè “non ti fidi”

Insomma, complice un’offertona su Saldi Privati ho comprato un tablettino Android, così almeno KitKat lo conosco bene, ho una piattaforma alternativa a iOS e posso usare la modalità multiutente così posso dire di offrire il tablet di cortesia.

La scelta è fatalmente cascata su un Asus Transformer pad Wi-Fi, motorizzato Intel ed equipaggiato con Android 4.4.2, il colore purtroppo è il bianco, la cover l’ho dovuta ordinare sul solito Amazon, ce l’ho in mano da quattro giorni e già sono emerse alcune magagne insieme ai pregi.

Android, come dicevo sopra lo conoscevo indirettamente tramite i soliti utonti che mi affidavano smartfone e tablet da rimettere in piedi. stavolta il niubbo sono io, ergo bisogna rimboccarsi le maniche e capire come si fanno le cose in casa Google.

Primo giorno dedicato all’approvvigionamento app e all’acquisto di una schedina microSD di capienza adeguata per venire incontro alle ridotte capacità mnemoniche del tablet acquistato (16GB), non scarico giochi e app ciccione, ce le ho sull’iPad, unica deroga data alle app librarie che ho anche su iPad perchè possono sempre servire, scarico le app per la ricevitoria e BUM primo intoppo con la filosofia Android. seguendo Play Store becco una fake dell’app Match-point, per trovare quella ufficiale devo andare sul sito preposto e scaricarla da là off-market, metodo meno sicuro, responsabilità più del committente che dello sviluppatore e di Google, ma l’utente rischia per una cavolata.

Mi serve la possibilità di ottenere lo screenshot, apriti cielo devo scoprirlo su Google che la combo cambia da dispositivo a dispositivo, io credevo che dipoendesse solo dalla versione di Android con poche eccezioni dovuto alla presenza o meno di pulsanti  a sfiornamento, invece bisogna ricorrere a San Google, o sperare nella facilità di raggiungimento dell’opzione (grazie Asus).

Altri punti positivi o negativi? No bene o male iOS e Android si equivalgono, l’architettura Intel, più performante rispetto ad ARM non consente di far confronti con l’iPad, il tablet è reattivo ma di far gare di velocità non mi è mai interessato per cui se sia o no più veloce o più lento di qualche secondo non me ne frega molto. Non noto differenze sostanziali.

L’hardware esterno però perde nei confronti di Apple e anche nei confronti del Tab 2 che ho avuto modo di usare (e flashare) in precedenza perde un po’. la scocca è plasticosa come i nonni EeePC, che non ho mai potuto digerire, il peso è importante, l’air che ha la scocca in metallo è molto più leggero, per esempio, la batteria ci mette un secolo a caricarsi, ma il cavo ci collegamento e ricarica è un microUSB e non è poco, anzi!

BAsta questo a farmi altare il fosso? Manco per niente. Android la valuto ancora come “alternativa”, ma preferisco spendere per avere assistenza, aggiornamenti, e app certe.

Illimitatamente Kindle

sonyebookSia chiaro che io non condivido la politica di Amazon Kindle in fatto di chiusura di piattaforma (spinge il suo formato dandoti il lettore a bassissimo costo ma generando una forte dipendenza dal proprio portale. Apple al confronto è un principiante) ma non trovo giusto darle addosso più dle necessario, così mi trovo a ragionare qui su alcune delle critiche che ho sentito sul nuovo servizio Kindle Unlimited.

Di che parliamo? di un servizio di lettura illimitata ad abbonamento mensile. si legge dalle condizioni d’uso:

Il Programma

L’iscrizione a Kindle Unlimited ti consente di leggere gli eBook Kindle compresi in una determinata lista di titoli, per un numero illimitato di volte durante il periodo di iscrizione al programma. Potremo di volta in volta aggiungere o rimuovere titoli dal programma e non garantiamo la disponibilità di titoli specifici, né il numero minimo di titoli disponibili. Al momento, il programma è disponibile solo per i clienti residenti in Italia, San Marino, Svizzera e Città del Vaticano. In caso di cancellazione dell’iscrizione, non ti sarà più possibile accedere ai titoli selezionati nell’ambito del programma.

Quindi facciamo il caso che io abbia un Kindle (ho le relative app per iOS e Mac) posso aggiungere quesot abbonamento, e i libri verrebbero marcati come acquistati o scaricati da leggere col programma Unlimited appena smettessi di pagare l’abbonamento, Amazon mi eliminerebbe libri e note da tutti i miei dispositivi collegati all’account, mi lascerebbe i titoli acquistati sempre che non siano stati modificati. Non ho idea di come lavori il backup del Kindle se restituisce i libri con o senza DRM ma con formato leggibile o mi presenta un’accozzaglia di dati cifrati, ma se volessi piratarli esistono strade più comode (al solito le scomodità ce le hanno solo i “fessi” che pagano, categoria cui mi onoro di appartenere). Un aumento della pirateria collegato al servizio direi che è risibile, pari a quella che sarebbe generata dall’abbandono del DRM.

Veniamo ai presunti costi che per molti sono bassi: “Per 120€ all’anno posso leggere tutto quello che voglio!” dicono alcuni. “Tutto” però è relativo alla quantità dei titoli offerti, che non corrisponde alla totalità del catalogo kindlestore, da “tutto” devo togliere i titoli che mi serve mantenere per consultazione perchè se decidessi di non pagare più Unlimited mi ritroverei senza libro e note, basterebbe che ci fossero problemi con la carta di credito e PUFF! Amazon ha già fatto certe cose con la libreria di testi pagati, figurarsi come si comporterebbe con un servizio di “lettura”. A proposito, sicuri che i libri siano annotabili? Io l’ho presunto perchè star lì a togliere funzioni tandard…

Per un sacco di titoli disponibili (solo 15.000 però sono in italiano, 700.000 il totale nelle varie lingue, di certo una piccola frazione dello scibile umano) io pagherei €120 all’anno; centoventi Euro mica cotiche, io onestamente in libri spendo molto meno e credo di essere in buona compagnia, quindi l’utente che avrebbe vantaggio da Unlimited è il lettore forte, compulsivo, quello che non bada a titolo o autore perchè non trovare ciò che si cerca è abbastanza probabile.

Certo fidelizzerebbe maggiormente i clienti di Amazon Kindle ma difficilmente ne catturerebbe tanti nuovi. Io dal canto mio continuerò a sconsigliarlo ai nuovi utenti di eBook, preferisco Kobo, altre eLibrerie multiformato, al massimo Apple perchè posso leggere i suoi eBook, ma Kindle solo se proprio non c’è altrove il libro che mi serve.

Pare che lato autori sul breve periodo Amazon paghi royalities più alte se si scarica il libro tramite Unlimited, bisogna vedere come si evolverà la cosa nel lungo periodo ma bisogna ricordare che Amazon non è la prima a fare le sottoscrizioni al proprio catalogo, anche se è di sicuro il più grosso.

Un libro è un libro!

IMG_0893 1Con l’hashtag ripreso nel titolo l’editoria italiana ha chiesto a Governo ed Europa (perché non si configuri aiuto di Stato?) di equiparare l’IVA sugli ebook a quella dei libri cartacei, cioè passarla dal 22% al 4%. Tweet di chiunque, servizi al TG con set in una grande catena editoriale (non faccio nomi ma hanno inquadrato lettori Kobo 😉 ), esponenti della cultura italiani hanno imperversato per qualche giorno su Twitter e Facebook, qualche voce contraria in quanto un epub contiene molto più rispetto al semplice testo (è un piccolo sito web, se mi si passa la similitudine), ma è un piccolo sito web che serve a simulare un libro e basta.

A ben vedere c’è qualcos’altro negli ebook delle case editrici più grosse, che avrebbero i maggiori benefici dall’abbassamento dell’IVA (o pensate che sia una iniziativa a favore dei lettori? Pensate che dopo vi faranno pagare un ebook a meno dei 10 Euro odierni?) c’è il DRM che fa cose degne del peggior Spyware, si proprio quella robaccia che vogliamo far bloccare da Adblock e NoScript quando navighiamo sul web e che vogliamo sia rimossa dal nostro antivirus di fiducia. Loro ci vendono gli ebook con questa robaccia e non si sognano di chiederne la messa al bando, anzi!

Beh io dico di far così: noi vi aiutiamo con l’IVA e voi ci vendete un libro elettronico maggiormente simile a un libro di carta: solo testo e struttura “tipografica”, niente DRM! Alcuni editori lo hanno già capito, voglio vedere farlo anche ai grossi calibri.

Ecco il mio tweet sull’argomento, notate i due hashtag.

Le volpi e l’iUva

Premetto che questo post non è dedicato ai detrattori dell’iPhone & iC a ragion veduta, ma a tutti gli  “zampognari” che seguono il coro dei “Buuuh” senza sapere neppure di cosa parlano.

Partiamo dal caso che più mi ha fatto incavolare: il lancio di uova e farina a quelli in coda per l’iPhone 6 a Roma.

Premetto che è un’usanza che moi guardo bene dal condividere, per quanto mi piacciano i prodotti della mela, sono pigro e preferiso fare l’ordine online, ma non mi permetto di giudicare chi lo fa (al massimo li sfotticchio bonariamente). MAnia di protagonismo? Forse. Spendono troppi soldi per un telefono? Cazzi loro de delle loro banche, Uno può disporre dei suoi soldi come meglio crede, nei limiti della legge, o no?. Ma poi quella della fila davanti agli Apple Store è un’usanza nata con gli iPod e gli iMac colorati (non mi risulta li facessero per i Macintosh), erano una sorta di micro-convention di Apple fan e come tale v rispettata. Io personalmente compatisco i lanciatori, soprattutto se si scoprisse che poi vanno a prendersi a cazotti davanti ai cancelli dei grandi magazzini che fanno le supersvendite innaugurali o per i saldi di stagione (OK per i saldi ormai la ressa è solo un ricordo).

l’iPhone 6/6 Plus si piega? sicuri sicuri che non sia un caso di idiozia dell’utente? succede tutti gli anni e tutti gli anni la risposta è la stessa: “NON TENETE I CELLULARI NELLA TASCA POSTERIORE DEI PANTALONI E, SOPRATTUTTO EVITATE DI SEDERVICI SOPRA” un paio di video chiarificatori.

Notate la forza necessaria per piegarlo apposta, CULONI SBADATI!

IPhone pieghevole quanto altri di marche concorrenti:

Piccola nota a margine: uno che criticò (a ragione) Apple per l’antennagate di iPhone 4 mi ha chiesto perchè volessi vendergli anche il bumper insieme al telefono (sì ho intenzione di prenderelo, un 6). Quanti si ricorderanno dell’iPhone 6 pieghevole tra un anno, quando uscirà il prossimo iPhone da criticare?

D7100: Primo Contatto

d7100fullbythom_medNon riesco a non scrivere nulla della nuova reflex che ho preso, anche se l’ho provata poco, anche se ancora non ne padroneggio tutte le funzioni, voglio raccontarvi le mie prime sensazioni con questa nuova reflex al collo. Non è e non vuol essere una recensione ma solo un post-wow (in entrambi i sensi uno voglia interpretare “post-wow”).

Sensazioni sul corpo macchina. Peso e interfaccia comandi sono molto simili alla D80, seppure discendente diretta della D300, Nikon è tornata su un’interfaccia più semplice che si appoggia a menu e impostazioni uniformate alle reflex di fascia mediobassa, ricordo con terrore la volta che su una D300 non trovavo i comandi per modificare la modalità di misurazione dell’esposizione (mi pare, ma era qualcosa di simile), sulla D300 hanno spostato quelli per la selezione della messa a fuoco, ma li hanno spostati in posizione più logica sulla levetta di selezione del fuoco manuale o automatico. La sensazione di familiarità è massima al punto che quando non trovi qualcosa che prima avevi a portata di pollice e indice ti senti un cretino, quando la trovi, ti dai del cretino per non aver letto prima il manuale, ma il corpo macchina è di quelli che invoglia a usarlo spippolando tra i menu.

Messa a fuoco. Con la D80 non usavo selezioni automatiche delle aree di messa a fuoco perchè funzionava bene solo il punto/area centrale, quando volevo mettere a fuoco sulle altre 10 aree i tempi di composizione aumentavano, quindi avevo tutto disattivato. con le 3 aree e 51 punti di messa a fuoco, le cose si sono fatte migliori, dopo un iniziale spaesamento risolto con una lettura attenta del manuale. adesso ho un fuoco preciso alla prima pressione e solo in alcuni casi devo correggere la cosa, in più mi mostra tutti i punti a fuoco evitando il problema dei micro spsostamenti che avevo con a D80 (quante foto venute male perchè metteva a fuoco mezzo millimetro fuori il soggetto). Per i ritratti è una manna per i soggetti in rapido movimento devo ancora fare test, ma ci sono diversi accorgimenti e settaggi che dovrebbero rendere facili anche quelli.

Meriterebbe un post a parte (e forse lo farò) il nuovo metodo di sviluppo e produzione delle immagini che adotto con la D7100. per farla breve, non genero più in macchina raw+Jpeg ma, per preservare spazio genero solo il Raw a qualità massima (compressione lossless e profondità colore a 14 bit). Amo il doppio slot per le SD, finalmente mai più la scritta FULL a tradimento

Accessori da abbinare al nuovo corpo macchina. Le funzioni di scatto avanzate permettono Time Lapse e HDR, produzione di filmati di qualità professionale e altro che con la D80 si ottenevano solo con costosi scatti remoti e software spacializzato, al momento di software non mi serve nulla, al massimo, dovessi cominciare a sputare video su video prenderò in considerazione Final Cut X, mentre per l’Hardware conto di prendere una o due batterie di riserva e l’impugnatura ausiliaria che ospita anche due batterie raddoppiando l’autonomia “elettrica”, purtroppo mi servirà un nuovo treppiedi perchè su quello che ho non si può montare altra testa che non sia quella che c’è e mi servirebbe una testa fluida, poi ho adocchiato dei pannelli LED per illuminare un sogetto in modo fisso, ma qui vorrei prima una prova sul campo per apprezzare l’angolo di illuminazione perchè non vorrei usarla solo per i video ma anche per i ritratti, eventualmente e a seguire dei pannelli riflettori e diffusori. Ah un obbiettivo macro e per ritratti (avrei nel mirino il Nikkor da 105mm f/2.4). Dite che esagero? Naa sono progetti a medio/lungo termine, tranquilli.

Il copyright non è un capriccio

images-4Innanzi tutto metto le mani avanti: quanto dirò adesso non sarà nulla di esaustivo sull’argomento ma rappresenta solo una sorta di linea guida che mi propongo, ne ho sentito il bisogno perchè a parte le cavolate fatte da chi dovrebbe conoscere cosa è il copyright, noto forte superficialità in generale anche quando l’unica richiesta “forte” è la semplice citazione dell’autore dello scatto.

Parliamoci chiaro il caso Fratelli d’Italia – Toscani è solo l’ultimo di un’abitudine consolidata che ben si spiega nella giustificazione di chi ha commesso la gaffe “E’ su Internet e non c’è la (c) quindi è di tutti”. MA QUANDO MAI! Il copyright, quando c’è, va rispettato. Su Internet non è tutto in fair use o Public Domain. Per essere più precisi se anche fosse in fair use non è detto che sia riprendibile da altri per i propri comodi, cosa che forse hanno fatto i politidioti di FdI che avrebbero fatto bene a fare una banalissima ricerca su Google Immagini per evitare un grosso imbarazzo (Toscani, mi ripeto, falli neri!).

Vogliamo parlare del fatto che la foto era chiaramente pro-adozioni gay e ne è stato capovolto il significato senza la sua approvazione (se vuoi parodiarlo ne fai un’altra che la richiami, ma non usi la stessa foto).

Ma se l’errore è evidente con opere dichiaratamente commerciali, che non vengono rilasciate liberamente, come ci si comporta con le altre? Si prendono e si pubblicano, così, senza pensieri?

DIPENDE!

L’opera è riconducibile a un autore? Bene ci si informa se l’opera ha una particolare licenza di distribuzione diversa da quella “E’ mia e la gestisco io”

Se l’autore non si arriva a conoscerlo e la foto è a bassa risoluzione e serve solo per citare o spiegare un concetto si cade nel Fair Use, la si pubblichi, magari con un link alla fonte da cui ci si è serviti e se dovesse spuntare l’autore ci si regolerà di conseguenza

Se la foto è dichiaratamente in Pubblico Dominio allora la si usi e buon pro vi faccia

Se la foto ricade sotto quel grappolo di licenze che cadono sotto il nome comune di Creative Commons regolatevi di conseguenza: cosa ammette la licenza? Cosa vieta? Quali sono gli obblighi a cui bisogna sottostare?

La risposta alle prime due domande può contemplare diverse opzioni (guardateli i link che vi metto, su!), ma alla terza domanda si risponde (quasi) sempre con “citazione dell’autore dell’opera originale” e “rilascio con la stessa licenza”. Ovvero “questa foto l’ha scattata Tizio” (e magari aggiungete un link all’originale) e non vi sognate di mettere la (C) a un contenuto rilasciato in CC. Repubblica lo fa con gli articoli di Wikipedia che copia impunemente (altro link qui) senza neppure citare la fonte, ma Repubblica ha fatto cavolate ben peggiori, quindi non prendiamola ad esempio, vi prego.

Per finire, mi rivolgo a te, o lettore che sei arrivato qui senza capire nulla di quanto ho scritto. Te lo spiego di nuovo con un esempio facile facile: quando prendi una delle mie foto da uno dei miei siti e la ripubblichi sul tuo profilo Facebook sarebbe gradita la dicitura “Foto scattata da Salvatore Capalbi” in un commento o nella didascalia, con il link all’originale, magari. Non è difficile