Quest’anno volevo dedicarmi al ritratto posato, sono riuscito a organizzare con fatica una sessione con un’amica un mesetto e mezzo fa, dovendo riadattare le richieste iniziali e incassando una mezza defezione (dovevano essere in due a posare). Ovviamente chiedo a ragazze che conosco, con le quali sono un minimo già in confidenza, nessuna con esperienza, almeno nessuna esperienza di tipo professionale, quindi bisogna starci dietro anche solo per farsi dare una risposta.
Non sono un professionista, d’accordo, loro non sono modelle professioniste ma non riuscire a trovare mezz’ora di pomeriggio di un giorno della settimana mi sembra “strano”, infatti a furia di insistere qualcuna ha confessato l’imbarazzo. Che ci sta tutto! Assolutamente, sono il re degli introversi (sì, va be’!) capisco che stare davanti ad un obiettivo non è facile, soprattutto se dietro c’è uno con cui magari si starà pure in confidenza ma ti dice come metterti, se sorridere o meno… beh, anche essere quel tizio non è facile, credetemi. 🙂
Poi ho riflettuto: alcune di queste ragazze sono le stesse che quando non riuscivo a partecipare ad un evento venivano ad insistere perchè cambiassi idea. “Come ce le fai tu, le foto, noi non siamo in grado di farle coi cellulari”, dicevano quando davo loro l’alternativa del fai da te. Certo ne ero anche lusingato, ma queste si fidavano della mia tecnica quando sto in una situazione che la foto sono praticamente costretto a tirarla via in un secondo e non si sono fidate di me quando la foto era pensata, soppesando la luce e la profondità di campo, il loro modo di guardare in camera, preoccupandomi di farle venire be(ll/n)e come non mai. Non è paradossale?
Vorrei riuscire a spiegare loro che l’imbarazzo fa parte del gioco, ma si sciacqua via con del sano cazzeggio e un po’ di fiducia in quello che faccio.
Dai, mettiamoci in gioco!