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Filtri che non servono

Colpa di Intagram. Le fotocamere dei cellulari di allora facevano mediamente pena e per pararne i difetti c’erano questi settaggi istantanei che aggiustavano il tiro e davano un tocco vintage/analogico a foto altrimenti bruttarelle dal punto di vista tecnico.

Oggi però su instagram postiamo con fotocamere che ti fanno contare i capelli in testa o i peli sfuggiti all’estetista (sì lo so, sono bastardo, quando mi ci metto 😀 ), colori che nemmeno notiamo ad occhio nudo e luminosità che gareggiano con gli occhi di un gatto; per cui la quasi totalità dei filtri sono inutili.

I-NU-TI-LI

Anzi sono proprio dannosi, ma così dannosi che spesso sono tentato di cambiare licenza Creative Commons pewr le mie foto e vietare opere derivate da esse, negando il consenso a usare filtri su di esse (magari si potesse proprio impedirlo!).

Chiariamoci, quando pubblico una foto, questa viene prima rifinita nei toni e nella luminosità DA ME, e solo quando ne sono soddisfatto viene compressa in Jpeg e data in pasto al pubblico. Un filtro è ridondante, pleonastico, superfluo… continuate voi che non mi vengono più sinonimi.

Mi è capitato di vedere foto fatte con una reflex con colori bilanciatissimi, vesti coloratissimi su corpi ambrati da un’abbronzatura agostina… venira appiattiti da un filtro solarizzante che manda tutto a pallino.

Avete presente la Bellucci? Ecco un filtro messo male è come la recitazione della Bellucci: non serve! (però come dice “Brillocco” lei…)

C’è una sola categoria che salvo: quelli per il bianco e nero e quelli artistici alla Prisma, ma solo se usati con parsimonia

Social reading (a me) indigesto

Con l’arrivo dell’eBook di massa (lontani i tempi in cui la gente si stupiva quando dicevo di leggere i libri sul palmare), ecco arrivare l’evoluzione social dei club di lettura: quei club in cui si assegnava un tema, un libro o un autore da leggere in un mese e poi ci si riuniva per discuterne e leggere insieme dei capitoli. Non mi hanno mai interessato, per il semplice fatto che non ho bisogno di una spinta per leggere i libri che ho da leggere, ma solo di tempo per mettermici, possibilmente da solo; a libro finito, poi, può essere interessante sentire l’opizione di altri lettori, anche per ampliare gli orizzonti e incrementare la lista di titoli da procurarsi. È così che ho scoperto gli autori contemporanei Stross, Doctorow, Liu e una pietra miliare come Heinlein è tornato nella mia libreria dopo essere stato deluso da Fanteria dello Spazio. Il mio non vuol essere un no a prescindere, ma motivato e con precise eccezioni.

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